Nella poesia di Montieri, la semplicità delle cose - e del loro necessario ordine - emerge con strappi di misurata provocazione antipoetica, da simulacri il cui dato sociale o emotivo cede il passo a uno straniamento frontale: la frattura tra individuo e realtà. Ricomporla, almeno su carta, è compito del poeta. O per lo meno mettere ordine, appunto, riuscire nell'intento evocativo in movimenti incessanti e traversali per ricomporsi in un un balenìo di pace dopo il punto.
dalla prefazione di Mary B. Tolusso a Futuro semplice di Gianni montieri