lunedì 17 maggio 2010

Com'è grande la città

Da piccolo, per gioco, trafuga le ossa dei morti, cerca di far deragliare i treni, ruba tutto quel che gli capita a tiro, si spaccia per volontario terzomondista, per racimolare stracci e intascarsi il ricavato. Insieme agli amici devasta gli spogliatoi dell'oratorio e cerca di vendere i rubinetti di ottone al rottamaio del paese. Da ragazzo, senza smettere di studiare fa l'operaio e il cameriere. Con una moto Gilera fa la sua prima esperienza on the road all'inizio degli anni Settanta. Alle cinque di mattina di un Capodanno si ritrova consigliere comunale e guarda il cielo allibito. E innamorato di Marcella, ed è per sempre, ma si lascia sedurre dalla genialità insana di Erica. Questo il protagonista. Che si risveglia il primo giorno del governo Berlusconi con un improvviso bisogno di riflettere e raccontare. Nei giornali, alla televisione, sfila l'Italia di Tangentopoli e della Seconda Repubblica. Sulle riviste, nei libri, gli intellettuali - i suoi simili? - si disperano per l'apocalisse prossima ventura. Ma un teppista non piange: provoca.

Bruno Pischedda, Com'è grande la città, Shacke