martedì 29 giugno 2010

A Dio

Devota come ramo
curvato da molte nevi
allegra come falò
per colline d’oblio,

su acutissime làmine
in bianca maglia d’ortiche,
ti insegnerò, mia anima,
questo passo d’addio…

(Cristina Campo)

lunedì 28 giugno 2010

Francesco Orlando

Dopo aver intrapreso studi giuridici, si forma intellettualmente nel gruppo di giovani raccolto intorno a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il quale, a partire dal 1953, lo invita alle lezioni di letteratura inglese e francese che tiene nella sua abitazione. In quei giorni nasce la sua amicizia con Gioacchino Lanza Tomasi. Ed è proprio in casa Lampedusa che Orlando avrà il suo primo contatto con la psicanalisi grazie alla moglie di questi, Alessandra Wolff-Stomersee, analista di scuola freudiana, contatto che sarà decisivo per tutta la sua ricerca successiva. Gli anni trascorsi accanto alla figura di Lampedusa segneranno profondamente anche la sua esperienza biografica, tanto che nel 1963 Orlando affiderà alle stampe un suo Ricordo di Lampedusa, seguito, ancora nel 1996, dall'appendice Da distanze diverse.

È stato a lungo docente prima di lingua e letteratura francese presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Ca' Foscari di Venezia e infine presso l'Università di Pisa. Ha quindi ottenuto, presso quest'ultimo ateneo, il conferimento della prima cattedra italiana di teoria della letteratura, disciplina che ha insegnato sino al 2006 e della quale è tuttora tra i più rilevanti esponenti italiani. Alla professione di insegnante universitario e alla metodologia didattica Orlando attribuirà del resto una importanza cruciale per la sua attività di ricerca: gran parte dei suoi testi pubblicati nasce infatti nella fucina di appunti preparatori ai suoi corsi.

Nel 2010 è uscito per Einaudi il suo primo romanzo "La doppia seduzione", scritto in età giovanile e riscritto dal 2000 in poi. Il libro era discretamente famoso già prima della sua pubblicazione per il giudizio positivo che ne avrebbe dato Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

domenica 27 giugno 2010

Annalisa Macchia

Annalisa Macchia, nata a Lucca, laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Pisa. Coniugata, madre di quattro figli, attualmente insegnante di francese in un istituto di Firenze, città in cui risiede da più di venticinque anni.
Alcune liriche, fiabe e racconti compaiono su antologie o riviste e su alcuni siti internet.

sabato 26 giugno 2010

treni

C'è una malinconia che ci prende, quasi una febbre, all'improvviso, basta un dettaglio, insignificante per molti ma pieno di memoria per noi, e il cuore comincia a respirare ricordi

venerdì 25 giugno 2010

E naufragar m'è dolce...

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

(G.Leopardi)

giovedì 24 giugno 2010

Neruda

Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.

Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell’anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.

Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla turbante.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.

Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.

Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.

mercoledì 23 giugno 2010

Emozioni

Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
ritrovarsi a volare
e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
dove il sole va a dormire
Domandarsi perche' quando cade la tristezza
in fondo al cuore
come la neve non fa rumore
e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte
per vedere
se poi e' tanto difficile morire
E stringere le mani per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni
Uscir dalla brughiera di mattina
dove non si vede ad un passo
per ritrovar se stesso
Parlar del piu' e del meno con un pescatore
per ore ed ore
per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde
sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa
E prendere a pugni un uomo solo
perche' e' stato un po' scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese
e chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni

martedì 22 giugno 2010

Joyce Carol Oates

Joyce Carol Oates (Lockport, 16 giugno 1938) è una scrittrice statunitense.

È una scrittrice di romanzi, storie, sceneggiature, poesia e saggistica, conosciuta per essere uno tra i più prolifici scrittori americani (è autrice di oltre settanta libri).

È tra i compilatori dei lemmi del Futuro dizionario d'America (The Future Dictionary of America, McSweeney's 2005).

lunedì 21 giugno 2010

Francesca Ruth Brandes, “Trasporto”

Apodittica, essenziale, capace di coniugare antinomie e di sciogliere, dopo averle esasperate, le contraddizioni del vivere.

Così si presenta la musica poetica di Francesca Brandes, in bilico tra brucianti intuizioni e ingenuità feconde, alla ricerca di tempo e nostalgia.

Si tratta di un percorso che non può che essere aspro e teso, sensibile verso l'ignoto, spietato verso quello che invece è conosciuto, ricerca senza fine e senza illusioni che non vuole né cerca consolazioni effimere, ma furori incandescenti alla ricerca della radice, alla ricerca del nome e, forse, neanche di quello perché, tra drago e angelo, l'antinomia è insolubile.

Riccardo Calimani

domenica 20 giugno 2010

Il santo volto

Il Volto Santo é un velo tenue, i fili orizzontali del tessuto sono ondeggianti e di semplice struttura, l'ordito e la trama si intrecciano nella forma di una normale tessitura. Le misure del panno sono 17 x 24 cm. é l'immagine di un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande.
Caso unico al mondo in cui l'immagine è visibile identicamente da ambedue le parti.

sabato 19 giugno 2010

Meglio andare lontano

Il commissario Ernesto Campos riceve la telefonata del migliore amico della sua giovinezza, dopo trent'anni di silenzio. L'amico  a L'Avana e gli chiede di raggiungerlo con il pretesto di far riavere a Campos le proprieta' che la sua famiglia aveva a Cuba prima dell'avvento di Castro. Ma e' questo il vero motivo della telefonata? Ed e' questa la sola ragione che spinge Campos ad accettare l'invito e a lasciare la sua adorata Milano? I due vecchi amici hanno molti conti in sospeso. Fra gli altri, chiarire perche' Fabrizio, a meta' dei sanguinosi anni '70, e' fuggito abbandonando la famiglia, gli amici, una donna. E l'amico. Nel clima magico della cittˆ cubana, i due amici sanno di dovere affrontare il momento della verita'. Attorno a loro, uno scrittore inviso al regime, un ambiguo capitano, un astuto commissario di polizia, un avventuriero internazionale pluriomicida e una meravigliosa ragazza creola che forse sa piu' di quanto vuole far credere. Intanto, quattro persone muoiono e il tempo per risolvere il mistero e' poco. Una storia di amicizia e di amori struggenti fra Milano e L'Avana con i toni del giallo, un ritmo che non dˆ tregua. E che scava dentro i personaggi, nella convinzione che i veri misteri sono sempre dentro e non fuori di noi.

venerdì 18 giugno 2010

Flagellazione

Flagellazione di Cristo è un dipinto ad olio su tela di cm 286 x 213 realizzato tra il 1607 ed il 1608 dal pittore italiano Caravaggio.

È conservato al Museo di Capodimonte di Napoli.

Il dipinto è organizzato intorno alla colonna alla quale è legato Cristo, dove si dispongono due dei torturatori, uno a lato ed uno dietro alla colonna, i cui gesti precisi e lenti ci proiettano nello sfondo del quadro e verso il primo piano, dove si trova il terzo degli aguzzini, chino. È una rappresentazione non convenzionale della realtà umana e naturale, un modo nuovo di fare pittura, bloccando sulla tela, tra contrasti netti e laceranti di luci e ombre, frammenti o, meglio, brandelli, di corpi in movimento colti nel momento di più alta e sconvolgente tensione non solo fisica, quanto soprattutto psichica, emotiva, sentimentale. I corpi vengono fuori dall’ombra e i tratti fisici vengono definiti dalla luce quasi accecante sottolineando con grande drammaticità l'evento che il dipinto racconta.

giovedì 17 giugno 2010

Annunci

IO DICO NO
al provvedimento sulle intercettazioni
PER NON CONFONDERMI CON CHI L’HA VOLUTO O LO ACCETTA COL SUO SILENZIO.

Firma l'appello

martedì 15 giugno 2010

Grazia

Ritratto di Antonio Martelli, Cavaliere di Malta è un dipinto ad olio su tela di cm 118,5 x 95 realizzato tra il 1608 ed il 1609 dal pittore italiano Caravaggio.

È conservato alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze: temporaneamente si trova esposto alla Galleria Borghese in occasione della mostra "Caravaggio-Bacon".[1]

Il soggetto della tela è Antonio (o Marcantonio) Martelli, cavaliere di Malta, ritratto all'età di circa settanta anni. Il pittore fu molto legato a lui, tanto da far pensare che la fuga del Caravaggio da Malta, avvenuta poco dopo, sia stata possibile grazie all'intervento del Martelli. D'altro canto, l'opera appare incompiuta nello sfondo e nei paricolari in basso della figura: ipotesi, questa, che farebbe pensare a quest'opera come l'ultima dipinta a Malta.

Nonostante l'apparente incompiutezza, il virtuosismo pittorico con cui è dipinta la tunica nera con la croce di seta bianca rende questo ritratto uno dei più belli del Merisi.

Fino a poco tempo fa, data la somiglianza, si pensava che l'effigiato fosse il Gran Maestro Alof de Wignacourt.

lunedì 14 giugno 2010

S(q)uola



14 e 15 giugno,
sciopero degli scrutini
contro i tagli
alla scuola pubblica
e lo smantellamento
del tempo pieno
alle elementari.
Sciopero anche
contro la manovra economica che decurta
di una cifra dai 29.000
ai 42.000 euro
gli stipendi
degli insegnanti e cancella il debito di oltre un miliardo dello Stato verso le scuole.


Parola di ministro
Questa legislatura deve vedere uno sforzo unanime nel far sì che gli stipendi degli insegnanti siano adeguati alla media Ocse. Non possiamo ignorare che lo stipendio medio di un professore di scuola secondaria superiore dopo 15 anni di insegnamento è pari a 27.500 euro lordi annui, tredicesima inclusa. Fosse in Germania ne guadagnerebbe 20 mila in piu’. In Finlandia 16 mila in piu’. La media Ocse e’ superiore ai 40 mila euro l’anno.
(Mariastella Gelmini, 2008)

domenica 13 giugno 2010

Battista

Sicuramente fra le ultime opere del Caravaggio, il san Giovanni Battista conservato nella galleria Borghese già dalla morte dell'autore, fu comprato dal cardinale Scipione Borghese che lo trovò dopo affannosa ricerca, è datato 1610. Considerato uno dei messaggi estremi del maestro, ritrae un giovane malinconico, che fissa lo sguardo sull'osservatore e gli trasmette quella medesima malinconia di chi attende un futuro che non potrà non avverarsi.

sabato 12 giugno 2010

Nuvole

Giove, Nettuno e Plutone è un dipinto eseguito dal pittore italiano Caravaggio intorno al 1597, e conservato nel casino di Villa Ludovisi, a Roma. È l'unica pittura murale eseguita dall'artista, dato che i materiali da lui più utilizzati sono l'olio su tela, e talvolta su tavola.

Il dipinto venne realizzato su commissione del protettore di Caravaggio, Francesco Maria Del Monte, sul soffitto della villa del cardinale presso porta Pinciana. Qui il cardinale si dilettava nell'alchimia, e Caravaggio dipinse un'allegoria della triade alchemica di Paracelso - Giove, personificazioni rispettivamente dello zolfo e dell'aria, Nettuno del mercurio e dell'acqua, e Plutone del cloruro e della terra.

giovedì 10 giugno 2010

Conversione di Saulo

La Conversione di San Paolo (o Conversione di Saulo) è un dipinto ad olio su tavola di cipresso di 237 x 189 cm, realizzato tra il 1600 e il 1601 dal pittore Caravaggio. Di proprietà della famiglia Odescalchi di Roma, è chiamato anche Caravaggio Odescalchi per distinguerlo dalla seconda versione del dipinto conservato nella Cappella Cerasi della basilica di Santa Maria del Popolo a Roma.

Le spiegazioni della realizzazione di due opere differenti che gli storici forniscono sono due. La prima si basa su quanto affermò il pittore e biografo Giovanni Baglione, acerrimo rivale del Caravaggio, che scrisse che i primi dipinti realizzati «non piacquero al padrone» e che «se li prese il Cardinal Sannesio». D'altro canto, la mancanza di fonti conosciute in merito ad un possibile rifiuto teologico o stilistico delle opere, ed il fatto che il Cerasi, morto nel 1601, potrebbe non aver mai visto le opere completate, fanno pensare gli storici anche ad un'altra ipotesi. Quella cioè che i due dipinti non siano stati più ritenuti idonei dallo stesso Caravaggio in seguito al completamento dei lavori di restauro della Cappella, dai quali derivò una nuova e più ridotta spazialità architettonica.

mercoledì 9 giugno 2010

La punta della lingua

Ancona e Portonovo 16-27 giugno

Organizzazione: Nie Wiem
Responsabile: Valerio Cuccaroni
Direttore Artistico: Luigi Socci

Mercoledì 16 giugno

Portonovo / Chiesa di S. Maria
H 18.45
POETI NUOVI

martedì 8 giugno 2010

Annunciazione

L'Annunciazione è un dipinto di Caravaggio realizzato nella fase tarda dell'attività dell'artista, forse in Sicilia o durante il secondo soggiorno napoletano, in olio su tela (285 x 205 cm) nel 1609 circa. È conservato nel Musée des Beaux-Arts di Nancy (Francia).

In questa opera il Caravaggio propone il tema classico dell’Annunciazione in una prospettiva nuova, e per certi versi rivoluzionaria: l'angelo infatti, nella iconografia classica, è raffigurato di fronte a Maria, in piedi o in ginocchio, comunque leggermente inchinato verso la donna; Caravaggio invece mostra l’angelo mentre è ancora in volo e volge le spalle a chi guarda; questa prospettiva dall’alto, in cui si trova pure lo spettatore, porta inoltre la figura dell’angelo ad essere più grande di quella di Maria; infine è Maria ad essere inchinata di fronte al messaggero di Dio, e non viceversa.

L'opera fu quasi sicuramente lasciata incompiuta dal pittore, probabilmente a causa della sua continua fuga dopo il soggiorno a Malta, e finita da qualche allievo. Ciò s'intuisce osservando attentamente le figure dell'angelo (che si distingue netta nel disegno e nel potente chiaroscuro) e quella della Vergine e dello sfondo (più "inconsistenti" se non addirittura vaporosi).

lunedì 7 giugno 2010

Tommaso Landolfi

Italo Calvino, nella sua Postfazione all'antologia del 1982, indica una parentela letteraria tra le opere di Landolfi e quelle di Barbey d'Aurevilly e di Villiers de l'Isle-Adam, mentre Carlo Bo ha dichiarato più volte che Landolfi è il primo scrittore dopo D'Annunzio ad avere il dono di giocare con la lingua italiana e di poterne fare ciò che vuole.

Landolfi ha un vero interesse per le possibilità della lingua, seppure non sia uno scrittore d'avanguardia ma piuttosto un conservatore: per esempio, nel racconto La passeggiata[4], che alla persona dotata di un vocabolario medio pare un racconto astruso e incomprensibile, Landolfi fa sfilare una serie di vocaboli desueti, o gergali, ma tutti presenti sul dizionario. Una glossolalia, la sua, come direbbe Agamben[5], da leggere con una continua sorpresa, dizionario alla mano (il suo era uno Zingarelli, ma usava anche il Tommaseo-Bellini)

domenica 6 giugno 2010

Ossimoro

L'ossimoro (pronunciabile tanto ossimòro quanto ossìmoro, dal greco ὀξύμωρον, composto da ὀξύς «acuto» e μωρός «sciocco») è una figura retorica che consiste nell'accostamento di due termini in forte antitesi tra loro. A differenza della figura retorica dell'antitesi, i due termini sono spesso incompatibili e uno di essi ha sempre una funzione determinante nei confronti dell'altro (come avviene tra sostantivo e aggettivo, soggetto e predicato, verbo e avverbio). Si tratta di una combinazione scelta deliberatamente o comunque significativa, tale da creare un originale contrasto, ottenendo spesso sorprendenti effetti stilistici. Esempi: brivido caldo, urlo silenzioso, disgustoso piacere, copia originale.

sabato 5 giugno 2010

Vero

Una spiritualità profondamente sentita, questa espressa dal Caravaggio, e che si concreta nel gesto tenero ed affettuoso della Vergine che stringe a sé il neonato e lo sostiene soltanto con la mano sinistra, mentre la destra sembra toccarlo solo con una leggera carezza, sollecitando il corpo del piccolo ad un improbabile equilibrio, appena contenuto dall'appiglio del braccio destro del bambino, ch'è steso in un trattenuto e poco realistico abbraccio verso il viso della madre.

venerdì 4 giugno 2010

Meditazione di san Francesco

Questa è la storia dei due dipinti quasi identici: il primo San Francesco in Meditazione, era custodito nella chiesa dei Padri Cappuccini in Roma; il secondo, venne ritrovato nel 1968 da Luisa Brugnoli nella chiesa di San Pietro a Carpineto Romano. Il restauro di entrambe le opere non ha portato gli esperti a una conclusione univoca. Per Luisa Brugnoli l’originale è il dipinto di Carpineto: un particolare decisivo sarebbero le orecchie, rosse per il freddo, un dato che il realista Caravaggio non poteva trascurare. L’altro dipinto dovrebbe essere considerato una copia di un suo stretto seguace seicentesco. Altri però smentiscono con forza questa tesi. E la ribaltano. Così il dubbio resta. Insieme a una terza ipotesi: entrambe le tele sono di Caravaggio.

giovedì 3 giugno 2010

Le cose fondamentali

"Da pochi giorni un uomo è diventato padre. Inizia a scrivere in un quaderno per il figlio Mario. Vuole parlargli delle cose importanti della vita: che cos'è l'amore, che cosa sono i soldi, che cos'è il potere, raccontandoglieli per come li ha conosciuti lui, personalmente. Gli consegnerà questo scritto quando Mario compirà quattordici anni: l'età in cui i figli cominciano a detestare i padri, anche perché si accorgono che i padri non gli hanno detto come funziona veramente il mondo. Il piccolo Mario però nei primi mesi di vita si ammala gravemente: una delle cure possibili è il trapianto. Il principale candidato donatore è il padre. Si fanno le analisi, ma si scopre qualcosa di inaspettato... È questa la prima parte di un romanzo che mette alla prova la paternità, dopo l'esperienza di un trauma doppio, a scatole cinesi, trauma nascosto dentro un altro trauma: malattia e scoperta di una verità primaria che, nonostante tutto, non riesce a intaccare i legami affettivi. Ma il libro ha come caratteristica quella di intrecciare avventure sorprendenti ed esperienza profonda della parola: per esempio, quando il protagonista si lancia alla ricerca del padre naturale di Mario, spinto dall'emergenza medica; e nel momento in cui si ritrova completamente solo di fronte alle parole che pensava di scrivere per Mario quattordicenne, convinto che sarebbe stato proprio lo sguardo futuro di suo figlio adolescente a leggerle e a dare loro una luce nuova." (T. Scarpa)

mercoledì 2 giugno 2010

Fernando Pessoa

È considerato uno dei maggiori poeti di lingua portoghese, e per il suo valore è comparato a Camões. Il critico letterario Harold Bloom lo definì, accanto a Pablo Neruda, il poeta più rappresentativo del XX secolo.

Avendo vissuto la maggior parte della sua giovinezza in Sudafrica, la lingua inglese giocò un ruolo fondamentale nella sua vita, tanto che traduceva, lavorava, scriveva, studiava e perfino pensava in inglese. Visse una vita discreta, trovando espressione nel giornalismo, nella pubblicità, nel commercio e, principalmente, nella letteratura, in cui si scompose in varie altre personalità, note come eteronimi. La sua figura enigmatica interessa gran parte degli studi sulla sua vita e opera, oltre ad essere il maggior autore della eteronomia.

martedì 1 giugno 2010

La testa del serpente

Madonna dei palafrenieri è un dipinto ad olio su tela di cm 292 x 211 realizzato tra nel 1605 dal pittore italiano Caravaggio. È conservato alla Galleria Borghese di Roma.

Il quadro mostra Maria ed il Bambino mentre schiacciano il serpente del peccato originale, alla presenza di Anna.

L'opera era destinata all'altare maggiore della chiesa di Sant'Anna dei Palafrenieri presso San Pietro in Vaticano.

Il dipinto venne rifiutato dai committenti, perché fece scandalo il Bambino, troppo cresciuto per essere ritratto completamente nudo; inoltre, fecero scandalo la scollatura abbondante della Madonna e la modella scelta per quest'ultima, Lena, che era una nota prostituta (aveva posato anche per la Madonna dei Pellegrini).