mercoledì 17 marzo 2010

Pensieri sottobanco

«Un altro libro sulla scuola. Dopo quello di Paola Mastrocola che la racconta al suo cane, questa volta, la scuola, cerchiamo di spiegarla alla mia gatta. Il motivo è semplice. Sposando, a mero fine retorico, gli stereotipi legati a cani e gatti, i primi sono fedeli, i secondi critici e indipendenti. Figuriamoci se il gatto è, pure, femmina. E allora ecco questo contributo. Non potevo scriverlo da solo. La scuola è plurale. È composta da molte anime, alcune delle quali ho cercato di coinvolgere perché un monologo, per tanto convincente e profondo che sia, rappresenta comunque un solo punto di vista, e nella scuola delle mille culture didattiche e pedagogiche e della complessità dell’utenza di oggi nessuno può, da solo, descrivere la situazione, figuriamoci dare soluzioni».

Pensieri sottobanco è una raccolta di voci e di riflessioni sulla scuola che porta alla luce punti di vista differenti; un momento di scambio e di condivisione che permette agli insegnanti coinvolti e ai lettori di interrogarsi, di scontrarsi, di dare sfogo alla propria rabbia e frustrazione, ma anche di costruire insieme un nuovo modo più positivo di vivere il proprio mestiere. Una lettura interessante e scorrevole, a tratti anche amara, ma realista; una sfida per chi crede ancora nell’importanza della scuola come luogo di valorizzazione delle risorse, di assunzione di responsabilità, di partecipazione e consapevolezza.


La scuola non è uno scherzo, né un peso, una tassa, una nottata che ha da passare, un costo da tagliare… L’educazione non è uno scherzo, da prendere sottogamba o da trasformare in istruzione nozionistica e selettiva. Non è uno scherzo il libro che Fasce e Paola, assieme a tante altre voci, ci hanno voluto dare. Non è uno scherzo per molti motivi.
Primo: gli autori, tanti e variopinti, si prendono sul serio tra di loro, leggono i rispettivi testi e li commentano, li integrano, li «considerano»! Questo rispetto reciproco e questa collaborazione non sono consueti.
Secondo: tra gli autori «adulti» e addetti ai lavori trovano spazio autori studenti e genitori, esperti di scuola da altri punti di vista, altrettanto importanti e qui rispettati.
Terzo: molti degli autori si affidano alla saggezza animale, con la quale dialogano.
Quarto: alcuni autori prendono molto sul serio anche il gioco e il giocare, e in questo sono come i bambini, per i quali non c’è cosa più seria.
Quinto: uno degli autori ci regala il suo discorso di addio per il pensionamento. Leggendolo sembra di essere in quella sala, sembra di sentire la sua voce, l’intonazione, le pause; sembra di percepirne l’emozione, i vuoti di respiro e i blocchi, l’incrinarsi e il sollevarsi della forza, della fierezza e della dignità.
Sesto: gli autori non scherzano quando sfidano sulla meritocrazia il ministro dell’Istruzione e della Ricerca con una proposta molto concreta.
Prendiamo dunque sul serio questo libro, che non si lamenta, ma che a più mani (e zampe) ci fa vedere la possibilità concreta di una scuola come dovrebbe essere. Grazie.

Dario Ianes