Di sé dice:
Sono uno scrittore, un poeta, e ancora un ricercatore, uso la parola per indagare e ipotizzare, proporre, ascoltare, interagire con l’universo, per estrarre dal nulla-pieno dell’essere delle cose la linfa vitale, il loro essere e dover-essere, da fissare come su una fotografia disarticolata, non chiara, sfocata, un po’ ridicola, volutamente resa mossa, poiché la realtà è movimento e la stasi è complessa, irrealistica, i nostri pensieri si evolvono, i nostri corpi cambiano, i colori svaniscono e si rinvigoriscono, come nell’eterno alternarsi tra giorno e notte, il futuro si trasforma in presente e poi in passato, nell’illusione del tempo che, sì, non esiste.
Di lui dicono