Poche parole per spiegare la nascita di questo libro. Nasce da una discussione fra Daniela Toschi e me sul personaggio Kafka, del quale Daniela, per esercizio letterario, aveva tracciato una perizia psichiatrica. Ci venne in mente di scriverci un testo simulando un vero processo in cui ognuna di noi avrebbe assunto il ruolo che effettivamente ricopre nella società, cioè lei la psichiatra ed io il giudice. Nell'impostare il processo il giudice ha poi messo l'accento sui valori cui tiene di piú, la libertà di pensiero e la libertà individuale, l'etica e la creatività. Durante la stesura della perizia si è aggiunta una voce nuova, quella di Bianca, germanista. La sua voce si è unita cosí alle nostre amalgamandosi a tal punto che è divenuta difficilmente separabile dal testo, pur nella sua tipicità. Lirica Bianca, piena di poesia e profondo sentire; asciutta, essenziale la giudice Levi; tormentata e profonda Daniela. Di Daniela Toschi devo segnalare la straordinaria capacità di dare voce a fatti, sensazioni, sentimenti di difficile definizione: la descrizione di come agisce il potere, la capacità di vedere oltre delle persone geniali. Con una prosa complessa riesce a descrivere il dato non sensibile. Qui sta l'enorme difficoltà di questo testo: rendere concetti estremamente complessi in un linguaggio assai accessibile, che ne permetta a tutti la lettura. Credo che ci siamo riuscite, per quanto possibile. Ove non ne abbiamo avuto la possibilità, i lettori ci scuseranno (dalla prefazione di Jacqueline Monica Magi).
Jacqueline Monica Magi, Daniela Toschi, Bianca Stefania Fedi, Processo a Kafka. E’ tutta colpa di Napoleone, Marco del Bucchia 2010