Alla ricerca della moglie scomparsa, che il protagonista – un anziano scrittore italiano di origine tedesca – pensa sia stata uccisa dal figlio, l’uomo finirà in Germania, nella sua città natale, dove scoprirà una verità amarissima e sconcertante.
Nel mezzo del racconto in seconda persona, analisi di un processo di riduzione e svanimento che riguarda un’epoca e insieme un’esistenza, l’anziano artista non ha più alcun punto di riferimento, e vive uno scollamento profondo con la realtà esterna.
Romanzo inquieto e inquietante sull’abbandono e la scomparsa, sui sogni, sull’arte, sulla scrittura, sulla vita intima delle persone, L’inquieto vivere segreto si sostanzia di un surrealismo che coniuga atmosfere alla Alberto Savinio con un tambureggiante pessimismo di stampo bernhardiano, in una sintesi tutta personale che avvicina il grido disperato del primo romanzo di Krauspenhaar Le cose come stanno (2003) con l’analisi del rapporto padre-figlio raccontata in Era mio padre (2008), tentando così di andare all’osso di quel fenomeno di incubo illusionistico che è spesso la vita.
Franz Krauspenhaar, L'inquieto vivere segreto, Transeuropa, 2009