domenica 11 aprile 2010

Lara Lucaccioni

Lara Lucaccioni conosce a memoria le classifiche di vendita di ogni romanzo edito in Italia dal 1920 ad oggi. Suoi compagni inseparabili sono: i quotidiani nei giorni in cui escono col supplemento letterario, una borsa senza fondo denominata "borsa di sanpatrizio", i libri (preferibilmente narrativi) che a suo giudizio non si trovino quarti nelle suddette classifiche, un comodino sul quale appoggiare tutti i romanzi aperti, un irritante gatto col nome di un continente che l'aspetta a casa, una inenarrabile serie di oroscopi e strumenti divinatori, carne di maiale ed aria pensosa. Marchigiana del sud ha scelto di stabilirsi nelle Marche del centro dopo aver completato gli studi universitari ed essersi addottorata in storia dell'arte. Profonda conoscitrice di pittori quattrocenteschi del camerte, i cui nomi a noi normali apparirebbero pedigree canini, Lucaccioni impiega il suo tempo tra il lavoro in libreria e l’insegnamento di storia dell’arte, la lettura, gli i-ching, l'organizzazione di eventi, la scrittura di articoli e di versi, il teatro, il canto, chitarra, il gatto, la casa, i genitori, le amiche viaggiatrici e quelle stanziali, l'epilazione, il pranzo e la cena, l'opera e l'operetta, Mozart e Beethoven assieme a De Gregori e De André e Rino Gaetano, il cinema nippocoreano con le evidenti ultime derive nella passione per i tentativi registici di due autori cingalesi ed uno, discendente di un miniatore di teste cannibale, del Borneo sudoccidentale.