domenica 27 febbraio 2011

Pär Fabian Lagerkvist

Pär Fabian Lagerkvist (Växjö, 23 maggio 1891 – Stoccolma, 11 luglio 1974) è stato uno scrittore svedese, premio Nobel per la letteratura nel 1951. Poeta, drammaturgo e autore di romanzi e racconti, è uno dei più noti classici svedesi. Gli anni di esordio sono caratterizzati dall’interesse per le avanguardie, dalla violenza espressionistica di poesie che riflettono gli orrori della guerra e da una produzione teatrale influenzata dallo Strindberg mistico e surreale. Le sue opere, anche le più pessimistiche, sono dettate dalla necessità di affermare i valori fondamentali della vita e dalla costante ricerca di un ateo che non riesce a superare il vuoto lasciato da una fede perduta. Vinse il premio Nobel grazie al romanzo "Barabba" per il suo vigore artistico e per l'indipendenza del suo pensiero con cui cercò, nelle sue opere, di trovare risposte alle eterne domande che l'umanità affronta[1]
Il suo romanzo più famoso è Dvärgen del 1944, che venne tradotto in lingua inglese nel 1945 da Alexandra Dick con il titolo: The Dwarf (il nano).

mercoledì 23 febbraio 2011

Niente andrà perduto

essendo il tutto scaturito
dal ventre d’Iddio
alla fine dei tempi
il tutto ritornerà nel suo ventre
niente andrà perduto
tutto sarà gioiosamente salvato

Luigi di Ruscio, Fermo 1930- Oslo 2011

venerdì 18 febbraio 2011

Incontri

Domenica 20 Febbraio, ore 11,00

Libreria Centofiori, Piazzale

Dateo 5 Milano

Alan D. Altieri presenta


Sarà presente l'autore

martedì 15 febbraio 2011

Carla De Angelis

Nata a Roma nell’ottobre del 1944, Carla De Angelis ha pubblicato i primi versi nel 1962. È Cavaliere al merito della Repubblica Italiana dal 1995. Sue poesie sono presenti in diverse antologie edite da Aletti, da Perrone e da Estroverso. Con Fara ha pubblicato la raccolta di poesie Salutami il mare, il libro dialogato con Stefano Martello Diversità apparenti (i due libri sono stati vincitori e finalisti in vari premi) e, sempre con Martello, a curato il libro di testimonianze Il resto (parziale) della storia. Sue sillogi sono inserite nelle antologie Il silenzio della poesia (2007) e in Poeti profeti? (2008). Altri suoi versi sono stati recentemente pubblicati in Demokratica (Limina Mentis, 2010). Fa parte della redazione di Kolibris, casa editrice di Chiara De Luca.

giovedì 10 febbraio 2011

Davide Barilli

Davide Barilli Scrittore parmigiano, è pronipote d'arte e di letteratura (vedi Bruno Barilli). Redattore della Gazzetta di Parma, nel 1989 ha pubblicato il suo primo romanzo 'La fascia del turco', recensito con interesse, tra gli altri, da Giacinto Spagnoletti, Giovanni Giudici e Giorgio Cusatelli. Con i suoi racconti ('La casa sul torrente e 'Poltrona per acqua', ha confermato il suo talento, costruendo storie raffinate e originali. Con 'Musica per lo zar', la cui idea iniziale nacque da un manoscritto di un suo lontano parente che all'epoca dei fatti aveva veramente girato la Russia suonando in un'orchestrina ai tempi della Rivoluzione bolscevica, Barilli si discosta dai precedenti romanzi collocandosi nel genere picaresco. Con 'Le cere di Baracoa' torna a mescolare le storie, tra immaginazione e memoria, raccontando le peripezie dell'io narrante nella Cuba più povera e polverosa, sulle tracce dell'ombra di un personaggio realmente esistito tornato in Italia dopo mezzo secolo per vendicarsi di un tragico fatto accaduto alla fine della seconda mondiale.

martedì 8 febbraio 2011

La bambina che imparò a non parlare

Scrivere un libro sul silenzio è osare. Una figlia senza nome perde il padre all’età di sei anni e comincia a vivere nei mondi che la madre, eccentrica scrittrice, costruisce per lei con le parole. La madre esorcizza il lutto allontanando la realtà dalle parole, la figlia lo dimentica. Di giorno non si cercano: una è alla macchina da scrivere, con la sua tazza di caffè turco, l’altra, a letto fino a tardi, occupa le sue giornate immaginando la vita. La notte si ritrovano, dormono nello stesso letto, abbracciate, con le gambe intrecciate. Trovando un giorno la pipa del padre, il suo tabacco, i suoi dischi, i suoi documenti, le sue lettere, la bambina si identifica con lui e comincia a guardare la madre in modo diverso.
Yasmine Ghata, La bambina che imparò a non parlare, Del Vecchio

giovedì 3 febbraio 2011

Un'innocente crudeltà

È impossibile, leggendo i racconti di Silvina Ocampo, non concordare con Borges che li definiva di una "innocente crudeltà" soprattutto quando riguardano l'infanzia, tema prediletto dall'autrice che lo coniugava alla morte, a un sotterraneo erotismo, a un umorismo lieve e sinistro e al repertorio di tabù, paure, segreti e sospetti racchiusi nel cerchio in apparenza protettivo della famiglia. Il filo conduttore di questa antologia è appunto rappresentato da bambini e bambine narrati senza concessioni al mito dell'infanzia come "età d'oro" e intenti a spiare il mondo dietro porte socchiuse, a decifrarlo, a commettere serafici delitti quanto a esserne vittime. Il tutto illuminato da uno sguardo di straordinaria originalità e dalla splendida scrittura della più grande autrice argentina del '900.