martedì 31 agosto 2010

Enrico Gregori

Enrico Gregori
Giornalista, esperto di cronaca nera. Il mio secondo libro "Doppio Squeeze" lo trovi su www.ragioncritica.it insieme al mio primo libro "Un tè prima di morire" e ad altri titoli della collana "Giallo Grigi

lunedì 30 agosto 2010

Il sentimento prevalente

Il protagonista del romanzo, fin dalle prime pagine, cerca di capire le motivazioni che hanno indotto il suo migliore amico a tradirlo con l’aggravante di un silenzio carico di premeditazione. Cosimo percorre così a ritroso molta parte della sua vita passata alla ricerca di ciò che potrebbe giustificare il tradimento dell’amico. E in questo viaggio le motivazioni compaiono, più che evidenti, oppure non compaiono, altrettanto evidenti. La perdita dell’amicizia, del ruolo sociale ed economico e lo spettro della prigione, porteranno il protagonista a intravvedere la soluzione che non riporterà il mondo allo status quo ante, ma che potrebbe restituirgli la dignità offesa e il coraggio per andare avanti. Diverse vite si incrociano oppure si sfiorano in questa storia, contribuendo ognuna a determinare gli accadimenti fino al punto di rottura, ma le ragioni delle cose sembrano essere molto più semplici di quanto in realtà non siano; la potenza dei sentimenti, anche di quelli definiti meno nobili, sembra invece essere più devastante di quanto in realtà ci si aspetti. Ed è il ‘sentimento prevalente’ che metterà il protagonista davanti a una scelta, di cui solo sarà responsabile, a dimostrazione che le circostanze modellano la vita degli uomini solo se questi lo consentono.

Lina Dettori, Il sentimento prevalente, Iris

domenica 29 agosto 2010

Ad Amelia

La lingua in cui scrivo volta a volta è una sola, mentre la mia esperienza sonora logica associativa è certamente quella di molti popoli e riflettibile in molte lingue.

Ed è con queste preoccupazioni ch’io mi misi ad un certo punto della mia adolescenza a cercare le forme universali [questa la classificazione considerata dalla Rosselli: lettera, sillaba, parola, frase, pensiero]. […] Premettevo che il discorso intero indicasse il pensiero stesso, e cioè che la frase (con tutti i suoi coloriti funzionali) fosse una idea divenuta un poco più complessa e maneggiabile, e che il periodo fosse l’esposizione logica di una idea non statica come quella materializzatasi nella parola, ma piuttosto dinamica e «in divenire» e spesso anche inconscia. (A.Rosselli)

sabato 28 agosto 2010

Panikkar

Raimon Panikkar, (nome completo Raimundo Pániker Alemany) (Barcellona, 3 novembre 1918 – Tavertet, 26 agosto 2010), è stato un filosofo, teologo e sacerdote spagnolo , di cultura indiana e catalana, oltre ad essere un sacerdote cattolico, autore di più di sessanta libri e di diverse centinaia di articoli su religioni comparate e dialogo interreligioso.

venerdì 27 agosto 2010

Emulazione

Emulare vuol dire prendere qualcuno a modello, imitarne i meriti e le virtù oppure lo stile; quanto più ci si avvicina al modello dunque, tanto più sarà riuscita l'operazione. A volte, in arte, può capitare di avvicinarsi così tanto al modello da eliminare il confine, creando così una vertigine fra vero e imitazione, fra originale e quella che non si può definire copia, ma appunto aemulationem.

giovedì 26 agosto 2010

Nuove armi

A volte accade di pensare a quanto sia strano l'essere umano: potenzialità pressoché infinite, qualora decida di usare la propria intelligenza a fin di bene, incessantemente messe a tacere da quell'antico vizio che è il potere, la forza, l'orgoglio.
Nuove armi allora e non aratro spuntano a solcare la nostra povera terra di nuovo, indicibile dolore

mercoledì 25 agosto 2010

Che sarà

Che non sia facile la vita, questo lo impariamo presto, il primo amore non corrisposto, le prime sconfitte a scuola, nello sport, i primi litigi con quell'amico che credevamo al di sopra di ogni sospetto, ma il fatto di capirlo non ci solleva dal dovere di sopportare, accogliere, superare quei momenti nei quale ci viene da pensare che ormai niente abbia più valore, mentre il senso delle cosè è proprio lì, nella battaglia quotidiana.

martedì 24 agosto 2010

Gottfried Benn

Gottfried Benn nasce a Mansfeld (Prussia occidentale) nel 1886 (muore a Berlino nel 1956), determinanti per la formazione della sua personalità furono l'ambiente della casa paterna (il padre era parroco protestante) e gli studi di medicina. Le prime liriche, Morgue (1912), che elaborano motivi e impressioni in un linguaggio permeato dal gergo medico, fanno di Benn un caso letterario e uno dei fondatori dell'espressionismo

Felicità

Credere nonostante tutto, che la vita corre lungo una traiettoria di senso, a volte sfuggente, a volte manipolabile, ma che nessuno potrà sconfiggere. Credre contro ogni speranza, è l'unico modo per alzarsi al mattino e guardare negli occhi il mondo, per cercare di conprenderlo

sabato 21 agosto 2010

L'essenziale

L'essenziale è invisibile agli occhi.
Lo sappiamo quando ci ritroviamo nel silenzio di una cattedrale deserta, sappiamo che è vero, ce lo dice la pienezza che percepiamo in quel vuoto, qualcosa che ci muove e anima, che incontriamo negli sguardi improvvisamente accesi da una luce che ci sembrava di aver dimenticato.

venerdì 20 agosto 2010

Parole

Le parole sono importanti! Gridava un arrabbiatissimo Nanni Moretti in una scena del suo Palombella rossa. E non possiamo che essere d'accordo, sebbene non reagiamo schiaffeggiando l'interlocutore dall'eloquio trasandato, sul fatto che il nostro sia un tempo in cui le troppe parole rischiano di equivalere a nessuna parola, ad un rumore sordo e senza senso che vorremmo combattere con un silenzio rotto solo dallo squarcio di una parola che rimane.

giovedì 19 agosto 2010

Banda Randagia

Donata è una donna misteriosa dalla vita apparentemente irreprensibile. Eppure in casa sua nasconde un grande serpente che un cinese le ha venduto come "animale d'affezione e compagnia". Donata coltiva nel suo privato una torbida sessualità che la porta a relazioni ambigue, con uomini e con donne, finché il giro delle sue conoscenze inizia a essere scosso da morti accidentali... tutte molto sospette. Inizia con "La moglie del serpente" questa raccolta di storie criminali firmata da Vincenzo Pardini. In "Ferrovia parallela" il protagonista è in servizio sui treni e rimane prigioniero di un vagone, da cui non scenderà forse più, per un viaggio mozzafiato nelle viscere della terra. L'avventura non si conclude, resta aperta nel mezzo di una campagna innevata, forse la Siberia. La novella "Banda randagia" è la vicenda di un operaio che rinviene per caso in una cartiera una pistola. L'apparente routine di tutti i giorni verrà quindi sconvolta e il tranquillo operaio si trasformerà in un serial killer sanguinario, una spirale che si fermerà quando irromperà una banda di cani randagi. Sin dal primo racconto di questo libro fuori dal comune, si entra nel mondo di Vincenzo Pardini. Emozioni, passione, sangue, sensualità, misfatto e giustizia.

Vincenzo Pardini, Banda randagia, Fandango libri

mercoledì 18 agosto 2010

Pizzuto

Antonio Pizzuto nacque in una famiglia ricca e dotta, formata dal padre Giovanni, avvocato e proprietario terriero e dalla madre Maria poetessa, figlia di Ugo Antonio Amico, letterato e studioso di folklore. Il suo percorso di studi iniziò nella scuola Vittorino da Feltre e proseguì nel ginnasio Meli e nel liceo Vittorio Emanuele II, dove ebbe l'occasione di conoscere Salvatore Spinelli. Dopo essersi laureato in giurisprudenza, nel 1915 e in filosofia nel 1922 all'Università di Palermo presentando una tesi sullo scetticismo di Hume, fece carriera nella pubblica amministrazione, a cominciare dalla Scuola di Polizia Scientifica fino a diventare vicequestore di Trento, questore di Bolzano e di Arezzo e infine vicepresidente della Commissione internazionale di polizia criminale (Interpol) con sede a Vienna e soggiorni in Francia, Inghilterra, Germania. Nel 1950 andò in pensione, stabilendo la propria residenza a Roma. Traduttore dal greco e latino, Pizzuto fu anche un profondo conoscitore della lingua inglese, francese e tedesca, lingua, quest'ultima, dalla quale tradusse un'opera di Kant[1].

Parallelamente, si dedicò alla stesura di molti romanzi e ad alcune traduzioni. Iniziò la sua carriera di narratore nel 1912, quando pubblicò la novella Rosalia. Nel 1938, con lo pseudonimo di Heis, pubblicò il suo primo romanzo autobiografico intitolato, Sul ponte di Avignone.

Ma la sua vera nascita come scrittore avvenne dopo la pensione, sia con la stesura delle Memorie di un Questore sia con le collaborazioni per il periodico Polizia Moderna, dove pubblicò racconti e saggi e infine con recensioni e traduzioni per la rivista filosofica Sophia. La tappa fondamentale per la sua crescita letteraria fu la pubblicazione di Signorina Rosina (1959) presso l'editore Lerici, grazie anche all'appoggio di Romano Bilenchi e Mario Luzi.

I suoi scritti, in un primo tempo di carattere più o meno marcatamente autobiografico, sono ricchi di citazioni colte e di novità lessicali; inoltre, si liberano dalle regole temporali, sintattiche e grammaticali che caratterizzano la documentazione storica, che egli evita. Riproduce anche il flusso di coscienza, già impiegato da tanti scrittori del Novecento. Apprezzato, tra gli altri, dal filologo e critico Gianfranco Contini, al quale era legato da una profonda amicizia[2], è ritenuto uno dei maggiori scrittori italiani del secondo Novecento.

martedì 17 agosto 2010

Orazio Caruso

Orazio Caruso è nato nel 1960 a Viagrande (Catania). Laureato in Filosofia, insegna Lettere nel Liceo linguistico di Acireale e vive a San Giovanni La Punta. Si è occupato di radio, politica, teatro, poesia e ha fondato l’associazione culturale “Accademia delle Nuvole

lunedì 16 agosto 2010

Perfettamente

Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Perché sono quello che sono e non altro da me, che senso ha la vita, sono io a dargliene uno o devo trovare quello che oggettivamente ha?
Domande come un viaggio fra vette e abissi pieni di paura e di fascino, un viaggio alla ricerca di una serenità poaasibile solo al traguardo.

domenica 15 agosto 2010

f: Bacon

L'opera di Bacon, le cui radici culturali sono state individuate, fra l'altro, nell'estetica settecentesca del sublime, è caratterizzata da una violenta carica "Espressionistica" formalmente derivata da M. Griinewald "Vincent Van Gogh" "Edvard Munch". Essa ha esercitato un influsso di grande rilievo sui pittori delle generazioni successive, soprattutto su quelli operanti nell'ambito della cosiddetta «nuova figurazione». Una delle opere maggiormente conosciuta di Bacon è il "Doppio ritratto di Lucian Freud e di Frank Aurbach" eseguito nel 1964 ed ora è esposto nel Marlborough Gallery di Londra. Bacon tornò in Germania nel 1930 e partecipò alla Oberammergau Passion Play.

Bacon non presenta le cause delle deformazioni che intende già conosciute e sofferte da tutti, ne illustra con fredda e spietata lucidità gli effetti, offrendo alla vista la mostruosità di corpi da cui sembra sia stata estratta l'anima, presi da atroci e sfiguranti convulsioni. E la condizione di queste figure appare senza speranza, senza via di uscita, come un preinferno terreno; è una prigionia di terrore, solitudine e sofferenza forse mai espressa con tanta definitiva convinzione.
L'opera di Bacon vive però di una contraddizione derivata dall'adozione di una tecnica pittorica di altissima qualità formale, che lascia trasparire la voluttà insieme sadica e masochistica dell'uso di un colore capace di rendere tanto strazio, dei viola acidi, dei rosa taglienti, degli aranci brillanti mescolati a tinte di un magma scuro e marcescente. Una tecnica elevata che traspare anche dalla calcolata composizione di forme, che sono sospese in uno spazio da cui sembra essere stata tolta l'aria, incarnate nella tensione boccheggiante e convulsa di corpi che si contorcono e rattrappiscono o si sfaldano confondendo i loro confini con lo spazio vuoto che li sostiene. In questo senso l'opera di Bacon è un'ultima espressione dell'estetica del sublime che pone la lucida constatazione della realtà a confronto con le più alte espressioni ideali, benché frustrate, dell'anima.

sabato 14 agosto 2010

Luce

Il Paradiso, se ne esiste uno in qualche tempo fuori dal tempo o in qualche luogo senza luogo, lo immaginiamo pieno di luce ma non una luce accecante e fastidiosa tutt'altro, semmai ce lo figuriamo come un posto dove la trasparenza e la luminosità abita i gesti, le azioni, i pensieri, dove l'incontro con l'altro, con gli altri, si fonda sulla verità, semplice e trasparente come acqua di luce.

venerdì 13 agosto 2010

Ricominciare

Cominciare dalla fine pare un assurdo; in fondo per procedere servono piccoli, insistenti passi quotidiani per raggiungerla, ma se cambiamo l'articolo e diciamo: cominciamo dal fine, ecco, diventa chiaro che per giungere alla meta i passi sono necessari tanto quanto avere chiara la meta: immaginare chi sarò aiuta a diventarlo.

mercoledì 11 agosto 2010

Riccardo Ferrazzi

Vittorio Fabbri, la sua storia convergente con un'altra: quella di un omicidio avvenuto vent'anni prima in Spagna, a Salamanca. Vittorio non ha più messo piede in questa città, fino ad oggi. In regioni dove il cielo è una lama che cade a picco e trancia l'orizzonte, si dipana la vicenda di un'indagine che non convince. Il non credere alle versioni ufficiali fornite, al tempo, dalla polizia del luogo getta il protagonista in un vortice. Ciò che dapprima era il vortice della curiosità investigativa si trasfigura in quello della non accettazione dell'evidenza. Toni vicini ad una suggestione magica di ispirazione junghiana paragonano il noir di Riccardo Ferrazzi a Il viaggio premio di Julio Cortázar. Ma Gli occhi di Caino è anche una storia di polvere, d'omicidio e di sole, grazie alla quale l'autore dà prova di finezza e maestria. Sapori iberici e l'inevitabilità di un sentore da Santa Inquisizione soffocano il lettore sino all'ultima parola scritta.

martedì 10 agosto 2010

Fatica

Dio creà l'uomo nel sesto giorno e il settimo si riposò, per questo il settimo giorno è il giorno di Dio, il giorno della perfezione, della quiete, della pace di quello stare che è esistere, di quella semplicità che solo l'onnipotenza può esperire: il resto è tensione verso e ricerca ma sempre e comunque imperfezione, così, l'uomo, immagine del Dio perfetto, cerca la somiglianza con Lui, ma troppo spesso la cerca nel raggiungimento di una perfezione impossibile, mentre basterebbe fermarsi ed essere, così come si è, con luci ed ombre, perché è così che ci ama Dio e solo così potremo arrivare ad amare noi stessi e gli altri.

lunedì 9 agosto 2010

Harvest

Did I see you down
in a young girl's town
With your mother in so much pain?
I was almost there
at the top of the stairs
With her screamin' in the rain.

Did she wake you up
to tell you that
It was only a change of plan?
Dream up, dream up,
let me fill your cup
With the promise of a man.

Did I see you walking with the boys
Though it was not hand in hand?
And was some black face
in a lonely place
When you could understand?

Did she wake you up
to tell you that
It was only a change of plan?
Dream up, dream up,
let me fill your cup
With the promise of a man.

Will I see you give
more than I can take?
Will I only harvest some?
As the days fly past
will we lose our grasp
Or fuse it in the sun?

Did she wake you up
to tell you that
It was only a change of plan?
Dream up, dream up,
let me fill your cup
With the promise of a man.

Raccolto

Ti ho forse vista giù in una città di ragazzine
Con tua madre schiantata dal dolore?
Ero quasi in cima alle scale
Mentre lei urlava sotto la pioggia
Ti ha forse svegliata per dirti che
Era solo un cambiamento di programma?
Sogna, sogna, lascia che riempia il tuo calice
Con la promessa di un uomo

Ti ho vista forse a spasso con i ragazzi
Anche se non mano nella mano?
E c'era forse qualche faccia nera in un posto solitario
Quando riuscivate a capire?
Ti ha forse svegliata per dirti che
Era solo un cambiamento di programma?
Sogna, sogna, lascia che riempia il tuo calice
Con la promessa di un uomo

Dovrò vederti dare di più di ciò che posso prendere?
Raccoglierò qualcosa e basta?
Mentre i giorni voleranno via il senso si perderà
Oppure si fonderà nel sole?
Ti ha forse svegliata per dirti che
Era solo un cambiamento di programma?
Sogna, sogna, lascia che riempia il tuo calice
Con la promessa di un uomo

Sogna, sogna, lascia che riempia il tuo calice
Con la promessa di un uomo

domenica 8 agosto 2010

Giovanni Granatelli

Giovanni Granatelli è nato a Catania nel 1965, ma fin dall’infanzia vive a Milano. Ha pubblicato i volumi di poesia Strategie di resistenza, Mobydick, 2002 (selezione Premio Valeri) e Giuramento, Mobydick, 2009 (Premio Città di Marineo). Sue poesie sono comparse anche in antologie (Il porto clandestino ai baci– antologia del Premio Dario Bellezza, Empiria, 2000) e riviste (“ClanDestino”, “Tratti”, “Il Filorosso”).

sabato 7 agosto 2010

Campo giovani

Ci sono luoghi che incantano, posti nei quali sentirsi finalmente a casa, al sicuro, sono i luoghi dell'anima che ci donano quella visione del mondo e delle cose in grado di renderci migliori o almeno di desdiderare di esserlo

venerdì 6 agosto 2010

Thomas Bernhard

Thomas Bernhard (Heerlen, 9 febbraio 1931 – Gmunden, 12 febbraio 1989) è stato uno scrittore, romanziere e drammaturgo austriaco, oltre che poeta e giornalista. È tra i massimi autori della letteratura contemporanea non solo di lingua tedesca.

giovedì 5 agosto 2010

Sui poeti

Paul Thomas Mann (Lubecca, 6 giugno 1875 – Zurigo, 12 agosto 1955) è stato uno scrittore e saggista tedesco. Premio Nobel nel 1929, è considerato una delle figure di maggior rilievo della letteratura europea del Novecento.

mercoledì 4 agosto 2010

Blues

Il blues è una forma musicale vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso, nella melodia, delle cosiddette blue note.

Le radici del blues sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni degli stati meridionali degli USA (la cosiddetta Cotton Belt). La struttura antifonale (di chiamata e risposta) e l'uso delle blue note (un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che in Italia valse al blues il nomignolo di musica stonata) apparentano il blues alle forme musicali dell'Africa occidentale.

Molti degli stili della musica popolare moderna derivano o sono stati fortemente influenzati dal blues.
Sebbene ragtime e spiritual non abbiano la stessa origine del blues, questi tre stili musicali afroamericani si sono fortemente influenzati tra loro. Altri generi sono derivazioni o comunque sono stati fortemente influenzati da questi: jazz, bluegrass, rhythm and blues, talking blues, rock and roll, hip-hop, musica pop in genere.

La ricerca musicale di molti artisti ha portato il blues, e soprattutto il jazz, a contatto con molteplici realtà musicali, creando stili sempre nuovi e differenti.

martedì 3 agosto 2010

Desideri

Ci sono due tragedie nella vita: non riuscire a soddisfare un desiderio e soddisfarlo.(O.Wilde)

Un paradosso che porta in sé un seme di verità. Se come è vero, l'essere umano è sempre in fieri, mai perfetto se sempre perfettibile e se l'umanità con esso corre verso un orizzonte di felicità irraggiungibile ma non per questo meno perseguibile, allora è vero che siamo fatti di desiderio e per il desiderio. Tendiamo per natura a realizzare ciò che ancora non esiste: il mondo perfetto per il quale vale la pena vivere

lunedì 2 agosto 2010

Jerry Grarcia

Figlio di un' infermiera e di un musicista, Garcia nacque nell'agosto del 1942 a Oakland, California, e gli viene attribuito il nome Jerry dal musicista Jerome Kern. A soli 4 anni Garcia perde il dito medio della mano destra, amputato dal fratello Clifford per errore con l'accetta mentre tagliava della legna. Un anno dopo perde il padre che muore affogato mentre stava pescando. Dopo aver suonato per un po' di tempo il pianoforte, all'età di 15 anni riceve la sua prima chitarra come regalo di compleanno, appassionandosi subito allo strumento e iniziando a suonare senza ricevere nessun tipo di lezione ma andando a orecchio.

E' annoverato fra i migliori chitarristi del mondo.

domenica 1 agosto 2010

Scarrafone

Durante le discusse elezioni politiche del 1953, nel clima caldo della cosiddetta “legge truffa”, Amerigo Ormea, scrutatore e militante del partito comunista, è incaricato di vigilare sulla validità delle votazioni all’interno del famoso “Cottolengo” di Torino, allo scopo di impedire che persone incapaci di intendere e di volere siano indotte dai religiosi a votare per la DC. Tuttavia l’incontro ravvicinato con il dolore e la deformità scuoteranno profondamente la coscienza di Amerigo, spostando la sua attenzione iniziale per i brogli elettorali verso una riflessione sul senso dell’umano e il valore della solidarietà.