venerdì 30 aprile 2010

Libri a Firenze

Due eventi letterari fiorentini con Marino Magliani e Giovanni Agnoloni.
Lunedì 3 maggio presso la Libreria Brac (Via dei Vagellai, 18/r), alle ore 18,00, sull’antologia collettiva curata da Marino Magliani Il magazzino delle alghe.
Martedì 4 maggio alle 17,30 presso la Sala Ferri di Palazzo Strozzi, con la partecipazione anche del Prof. Giuseppe Panella.
Qui

giovedì 29 aprile 2010

In memoria

E' morto lo scrittore Furio Scarpelli. Vignettista e sceneggiatore insuperabile, considerato un padre della commedia all'italiana, aveva da poco compiuto i 90 anni.

Figlio di Filiberto Scarpelli, fondatore del giornale umoristico romano Il travaso delle idee, ha lavorato per anni con Age (Agenore Incroci), con il quale formava la storica coppia Age &Scarpelli.

Insieme hanno firmato capolavori come I soliti ignoti e la Grande Guerra di Mario Monicelli, I Mostri di Dino Risi, C'eravamo tanto amati e La terrazza di Ettore Scola.

Del duo Age & Scarpelli anche la sceneggiatura de Il Buono il brutto e il cattivo di Sergio Leone. Cessato il sodalizio con Age a metà degli anni Ottanta, Scarpelli ha collaborato a lungo con Scola ma anche con giovani autori e registi, tra cui Francesca Archibugi e Paolo Virzì.

mercoledì 28 aprile 2010

Narda Fattori

nata e residente a Gatteo (Fa),Narda Fattori, è insegnante e si occupa di didattica, poesia, narrativa. Ha pubblicato diversi volumi di poesia, tra cui Verso occidente (Fara editore). Scrive Andrea Brigliadori che "la pietà ci si rivela, e ci consente di capire, o almeno di sentire, che perdersi è infine ritrovarsi", così come di pietas ci parla Maria Lenti. Questo è, naturalmente, uno degli aspetti della poetica di Narda Fattori, ma credo che la pietà per sé e per gli altri ci coinvolga, ci faccia sentire in pieno l'amore per le creature.

martedì 27 aprile 2010

La bicicletta nella resistenza

di Dario Olivero

Averne di pretoni come Luisito Bianchi, che Dio lo conservi. Ha attraversato il secolo portandosi dietro tutte le contraddizioni possibili senza mai far finta di niente. Prete con una laurea in sociologia sui contadini delle parti sue in Val Padana. Prete e operaio turnista alla Montedison di Spinetta Marengo, Alessandria.

Prete e benzinaio, perché non ce la faceva a prendere soldi dalla diocesi, perché se si è preti si è preti e basta, ma per esserlo bisogna inventarsi un sacco di mestieri. Prete e infermiere, prete e scrittore, quando ha sbalordito tutti con La messa dell'uomo disarmato, un immenso romanzo sulla Resistenza.

Immerso nella società, nella fabbrica e immerso nei cambiamenti della Chiesa postconciliare e post-postconciliare. Tormentato e sospeso tra quello che chiedeva Dio e quello che poteva dare agli uomini. Ora un piccolo brandello della sua vita tra il 1968 e il 1970 viene pubblicato sottoforma di diari. Si intitola I miei amici (Sironi, 24 euro). Sono poco più di novecento pagine cariche di pietas, stanchezza, risate, lotte sindacali, operai felici per la nascita di una figlia, poesie che urlano domande a Dio e preghiere alla Chiesa perché si chini verso gli oppressi e "tolga il velo dalla sua faccia splendente". Capireparto, olio, ossido di titanio. Uomini soprattutto, come Giannantonio, "un nostalgico fascista. Poveraccio. Uno di quelli che non hanno ricevuto nulla e servono da sgabello per qualche ambizioso. Intanto pensa di uscire dall'anonimato mettendosi camicia bianca e cravatta come indumenti di lavoro". E fede continuamente messa alla prova nei lunghi turni di lavoro dove il reparto diventa una gheenna, i compagni, gente di Samaria e in mezzo ai fumi e alla fatica un prete, un uomo fa l'unica cosa che è chiamato a fare: cerca l'uomo.

RESISTERE L'ALTRO IERI
E' un'idea così geniale che nessuno, pura dandola per scontata, l'aveva messa in fila in modo ordinato. Autori: Franco Giannantoni e Ibio Paolucci; titolo: La bicicletta nella Resistenza (Edizioni Arterigere, 12 euro). Che significa proprio questo: il ruolo sovversivo che la bicicletta ha avuto dopo la guerra e prima della Liberazione. Gli autori prima raccontano dei vari tentativi della repressione di mettere al bando questo pericoloso strumento a cominciare da Bava Beccaris, lo seguono attraverso l'inizio del Novecento con la nascita dei Ciclisti rossi nella Imola anarco-socialaista di Andrea Costa e all'associazionismo politico-sportivo fino ad arrivare ai seicento giorni della Resistenza quando diventava di volta in volta mezzo per colpire e fuggire, trasportare ordigni, documenti (come quelli nella canna della bici di Gino Bartali), stampa clandestina, rapporti e ordini tra le brigate partigiane, coordinare scioperi o agitazioni. Quindi raccolgono le testimonianze dei protagonisti tra i quali Gillo Pontecorvo, Bruno Trentin, Renato Morandi. E tra le altre cose salta fuori che alcuni dei protagonisti sarebbero stati grandi corridori, maestri e gregari di futuri campioni. Ma pochi. Quasi tutti, pur sapendo che avrebbero potuto diventarlo, continuarono a considerare la bici non un fine, ma un mezzo su cui sudare e faticare per diffondere libertà.

RESISTERE OGGI
Si dice che l'antipolitica in realtà si è ridimensionata perché c'è stata una forte affluenza alle ultime elezioni. Basta intendersi. Se la politica è l'esercizio del voto quale che sia il contesto, allora non serve a nulla parlare di Società cinica di Carlo Carboni (Laterza, 12 euro). Che invece ha ben chiaro che il concetto di antipolitica è più complesso e investe ogni aspetto della vita civile di un Paese. A cominciare dalla vocazione italiana a considerare lo spazio pubblico come un semplice strumento in funzione del proprio avanzamento privato. Detto con la sintesi necessaria, questo individualismo amorale si è stratificato in decenni e cementato grazie a uno Stato più bizantino che europeo, protezionismi corporativi più fascisti che democratici, assenza pressoché totale del concetto di merito come mezzo di evoluzione della società e delle istituzioni, invadenza endemica di apparati criminali ormai entrati nel corpo vivo del Paese. Di fronte a tutto questo, anzi in mezzo a tutto questo, la classe politica si è arroccata costituendo un'altra forza centrifuga nella già frullata democrazia italiana togliendo agli elettori la possibilità di scegliere i candidati e occupando sistematicamente per precettazione ogni ente pubblico fino all'ultimo funzionario. Seguendo cioè lo stesso meccanismo in atto nella società in cui si rispecchia. Questa è antipolitica.
Franco Giannantoni e Ibio Paolucci, La bicicletta nella Resistenza, Edizioni Arterigere.


Repubblica 24/04/2008

lunedì 26 aprile 2010

Gustavo Micheletti

è nato a Lucca il 4 Giugno 1956 e dopo aver conseguito la maturità presso il Liceo Classico "Machiavelli" di Lucca si è laureato in filosofia all'Università di Pisa discutendo una tesi su Leibniz (relatore prof. Remo Bodei).
ha frequentato a Roma un corso di regia tenuto da Nikita Michalkov
ha inoltre collaborato con articoli o recensioni sia al quotidiano "La nuova Sardegna" che a riviste specializzate di filosofia e di critica cinematografica, quali "Il cannocchiale", "Studi Kantiani" e "Cinema sessanta".ha inoltre collaborato con articoli o recensioni sia al quotidiano "La nuova Sardegna" che a riviste specializzate di filosofia e di critica cinematografica, quali "Il cannocchiale", "Studi Kantiani" e "Cinema sessanta".Nel 1997 ha pubblicato il romanzo “Peppermint”, presso l'editore Avagliano di Cava dei Tirreni.
Nel 2002 ha pubblicato il saggio “Il gergo dell'essere” (edizioni della ”Accademia lucchese delle scienze e delle lettere”)

mercoledì 21 aprile 2010

Enrico Gregori

Enrico Gregori inizia l’attività giornalistica a metà degli anni ‘70 come critico musicale per alcune riviste specializzate nel Rock. Grazie a ciò, conosce numerosi musicisti di fama internazionale quali Bruce Springsteen e i Queen. Nel 1980 entra a “Il Tempo” e comincia a lavorare nel settore della cronaca nera.
Diventa giornalista professionista nel 1983 e nel 1989 passa alla redazione de “Il Messaggero” dove tuttora lavora come capo servizio della cronaca nera. Si è occupato, tra l’altro, di terrorismo, banda della Magliana, del caso Emanuela Orlandi e dei più eclatanti espisodi connessi alla malavita romana. Ha pubblicato due romanzi “thriller” entrambi per la casa editrice “Bietti Media” intitolati “Un tè prima di morire” e “Doppio Squeeze”. Inoltre, alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su prestigiose antologie.

martedì 20 aprile 2010

Storia di un marsigliese

Martedì 20 aprile 2010 alle ore 18:00 presso il Centre Culturel Saint Louis de France, Largo Toniolo 20-22 (zona Pantheon), presentazione del libro Jean Claude Izzo. Storia di un marsigliese di Stefania Nardini.

Intervengono, con l’autrice, Paride Leporace, Sandra Petrignani, Paolo Ruffini e Piero Sansonetti.

lunedì 19 aprile 2010

Pagine scelte: Felix Krull

Il protagonista del romanzo, il giovane Felix Krull, figlio di un modesto produttore di vini della Renania, fallito e suicida, dotato di un singolare fascino personale, si trasferisce a Parigi, ove trova lavoro, inizialmente come fattorino poi come cameriere, in un albergo di classe. Sfruttando la sua prontezza di spirito e la capacità di simulare riesce, nel tempo libero, a fingere, con disinvolta naturalezza, l'appartenenza ad un grado sociale più elevato.

L'amico, il marchese Louis de Venosta, fidanzato della graziosa Zazà, che ha apprezzato i modi e la classe di Felix, per compiacere i genitori che non accettano la sua relazione con una ragazza di modeste condizioni e minacciano di disereditarlo, gli propone di spacciarsi per lui e di girare il mondo a suo nome e a sue spese. Dovrà visitare vecchi amici di famiglia, inviando, di tanto in tanto, da luoghi diversi, lettere ai genitori del marchese imitando la grafia dell'amico. In questo modo i genitori crederanno che il loro rampollo, ravveduto e abbandonata la ragazza, viaggi per dimenticare il suo vecchio legame. Felix, superate le iniziali perplessità, non può fare a meno di accettare la proposta.

Giunto a Lisbona, ospite del paleontologo professor Kuckuck, il giovane riesce a far innamorare la figlia Zouzou e a sedurre la moglie, l'ancora piacente Maria Pia che, nell'ultima pagina del libro, gelosa della figlia, si offrirà con ardente passione al bel Felix.

da qui

domenica 18 aprile 2010

La sinadone: una lettura storica

La Sindone di Torino, nota anche come Sacra Sindone, è un telo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l'immagine di un uomo che porta segni di torture, maltrattamenti e di crocefissione. La tradizione identifica l'uomo con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo, nel sepolcro. La sua autenticità è oggetto di fortissime controversie.

Il termine "sindone" deriva dal greco σινδών (sindon), che indica un tessuto di lino di buona qualità o tessuto d'India. Il termine è ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Gesù.

Le esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ostensioni (dal latino ostendere, "mostrare"). Le ultime sono state nel 1998, 2000 e 2010: quest'ultima è ora in corso, iniziata il 10 aprile, la conclusione è fissata al 23 maggio.

sabato 17 aprile 2010

Giulio, passami il libro

GIULIO PASSAMI L’OLIO e’ un locale storico di Roma . Per l’occasione diventa Passami il libro, una rassegna che sara’ ripetuta anche il prossimo anno. Dal 19 aprile e ogni lunedi dalle 21 per due mesi ,autori poeti scrittori presenteranno i loro inediti tra le mura di questo locale. I testi saranno poi pubblicati in una edizione speciale.

venerdì 16 aprile 2010

Suttree

«Caro amico adesso nelle polverose ore senza tempo della città... non camminerà anima viva all'infuori di te». Siamo a Knoxville, Tennessee, ed è il 1951. Stiamo per immergerci in sale da biliardo fumose e anfratti marcescenti, e acque melmose che vorranno risucchiarci. Stiamo per incontrare una schiera fenomenale di «ladri, derelitti, miscredenti, paria, poltroni, furfanti, spilorci, balordi, assassini, giocatori, ruffiani, troie, sgualdrine, briganti, bevitori, ubriaconi, trincatori e quadrincatori, zotici, donnaioli, vagabondi, libertini e debosciati vari», e in mezzo a loro, a ridere e piangere con loro, ad affondare e forse riemergere con quelli che riemergono, conosceremo un pescatore, un uomo. Si chiama Cornelius «Buddy» Suttree e questo è il suo mondo.

giovedì 15 aprile 2010

Solo per cantare

Nessuno pensi a me.
Pensiamo a tutta la terra, battendo
dolcemente le nocche sulla tavola.
Io non voglio che il sangue
torni a inzuppare il pane,
i legumi, la musica:
e io voglio che vengano con me
la ragazza, il minatore,
l’avvocato, il marinaio,
il fabbricante di bambole e che entrino
con me in un cinema e che escano a bere
con me il vino più rosso.

Io qui non vengo a risolvere nulla.

Sono venuto solo per cantare
e per farti cantare con me.

Versi che sembrano venire da un battito lontano. Un ricordo d'infanzia può accendere caleidoscopi di parole che s'intramano creando un senso nuovo alle cose.

martedì 13 aprile 2010

Storia di un marsigliese

La storia di Jean-Claude Izzo, lo scrittore marsigliese autore della trilogia che ha come protagonista Fabio Montale ("Casino totale", "Chourmo", "Solea"), e dei romanzi "Marinai Perduti" e "Il sole dei morenti". Cinque libri che hanno conquistato migliaia di lettori in Francia e in molti paesi europei. Solo cinque libri perché Jean-Claude Izzo a 55 anni se ne è andato, lasciando un segno, non solo nella città a lui cara, Marsiglia, ma in tutti coloro che nei suoi testi hanno ritrovato sensazioni, emozioni, verità. Un omaggio allo scrittore, all'uomo, al giornalista, che è stato ciò che scriveva. Senza mai rinnegare la sua storia di marsigliese. Il libro contiene alcune poesie di Izzo e alcuni brevi testi.

lunedì 12 aprile 2010

Linee di fuga

Foucault e Deleuze pensatori «inattuali», dopo e con Nietzsche. Il pensiero è concretamente tale soltanto quando crea attrito, fa resistenza e serve in definitiva come scatola di attrezzi per dire qualcosa di diverso, anche forzando e tradendo il pensiero letterale di un autore. Ciò non significa che si può dire tutto e il suo contrario, seguendo una moda che per certi versi è stata imputata proprio al poststrutturalismo ossia a quella corrente di pensiero entro cui si collocano solitamente i due filosofi francesi. L'ontologia dell'attualità a cui si riferiva Foucault, riprendendo l'insegnamento nietzscheano di viversi come inattuali, sta a significare che il filosofo deve guardare al presente, cogliere il mondo in trasformazione e provare, per quanto sia possibile, a spingere in avanti la propria linea di deterritorializzazione (per riprendere Deleuze e Guattari). La filosofia non deve solo cogliere gli aspetti teoretici ma deve indagare a fondo la complessità socioculturale, individuare perlomeno alcune "zone" del quadro concettuale di una ricerca che si voglia anche politicamente incisiva.
Stefano Berni,Ubaldo Fadini, Linee di fuga. Nietzsche, Foucault, Deleuze, Firenze University Press

domenica 11 aprile 2010

Lara Lucaccioni

Lara Lucaccioni conosce a memoria le classifiche di vendita di ogni romanzo edito in Italia dal 1920 ad oggi. Suoi compagni inseparabili sono: i quotidiani nei giorni in cui escono col supplemento letterario, una borsa senza fondo denominata "borsa di sanpatrizio", i libri (preferibilmente narrativi) che a suo giudizio non si trovino quarti nelle suddette classifiche, un comodino sul quale appoggiare tutti i romanzi aperti, un irritante gatto col nome di un continente che l'aspetta a casa, una inenarrabile serie di oroscopi e strumenti divinatori, carne di maiale ed aria pensosa. Marchigiana del sud ha scelto di stabilirsi nelle Marche del centro dopo aver completato gli studi universitari ed essersi addottorata in storia dell'arte. Profonda conoscitrice di pittori quattrocenteschi del camerte, i cui nomi a noi normali apparirebbero pedigree canini, Lucaccioni impiega il suo tempo tra il lavoro in libreria e l’insegnamento di storia dell’arte, la lettura, gli i-ching, l'organizzazione di eventi, la scrittura di articoli e di versi, il teatro, il canto, chitarra, il gatto, la casa, i genitori, le amiche viaggiatrici e quelle stanziali, l'epilazione, il pranzo e la cena, l'opera e l'operetta, Mozart e Beethoven assieme a De Gregori e De André e Rino Gaetano, il cinema nippocoreano con le evidenti ultime derive nella passione per i tentativi registici di due autori cingalesi ed uno, discendente di un miniatore di teste cannibale, del Borneo sudoccidentale.

sabato 10 aprile 2010

GOENAWAN MOHAMAD

Poeta, scrittore, giornalista, attivista politico e studioso di Islam, Goenawan Mohamad è uno dei più importanti intellettuali indonesiani contemporanei.
Nel 1971 ha fondato il settimanale Tempo, di cui è stato il direttore fino a pochi anni fa. Fin dal suo esordio giornalistico, Goenawan si è attivamente impegnato nella lotta per la libertà di stampa in Indonesia. Sotto la sua direzione, la rivista Tempo ha rappresentato una delle principali voci dell’opposizione al regime autoritario e antidemocratico del Presidente Suharto che ne ha ordinato la chiusura nel 1994.
Goenawan è stato anche il fondatore del centro culturale Utan Kayu a Jakarta, dell’AJI (Alleanza dei Giornalisti Indipendenti) e del ISAI – Institut Studi Arus Informasi (Instituto per lo Studio del Flusso di Informazione) – organo impegnato dal 2001 nella documentazione delle violazioni della libertà di stampa. Goenawan Mohamad è stato tra gli organizzatori del gruppo di intellettuali islamici che fanno riferimento alla JIL –Jaringan Islam Liberal (Rete dell’Islam Liberale)-.

venerdì 9 aprile 2010

Calpestare l'oblio

CALPESTARE L’OBLIO

Poeti italiani contro la minaccia incostituzionale,

per la resistenza della memoria repubblicana

Alcuni poeti italiani hanno preso la parola, in questi ultimi mesi, per opporsi al neo-cesarismo dominante. Hanno fatto sentire la propria voce in difesa della Costituzione nata dalla Resistenza. Hanno denunciato il danno irreparabile che l’ignoranza televisiva dei talk show e delle veline sta determinando nel tessuto sociale e culturale del nostro paese.

Sabato 10 Aprile, alle ore 18, presso la Libreria del Cinema (via dei Fienaroli, Roma), verrà presentato il libro (Marte Editrice). Interverranno: Davide Nota, Pietro Spataro, Maria Grazia Calandrone, Lucilio Santoni, Robertomaria Siena. Coordina Manuel Cohen.

giovedì 8 aprile 2010

Giovanni S.Savino

Giovanni Stefano Savino è nato a Firenze il 15 ottobre 1920; impiegato, Poste e Telegrafi dal 1938 al 1949; soldato di leva e in seguito trattenuto dal 1940 al 1945; insegnante elementare, media inferiore e media superiore di italiano e storia dal 1949 al 1979; ha lavorato per una radio privata dal 1979 al 1994.

Ha nel cassetto 100 raccolte di poesia (77 o 106 per libro) scritte dal 1993 al dicembre 2005.

Ha pubblicato per Gazebo di Firenze, Anni solari, poesie scelte, 1999-2002 (2002) e Anni solari II, poesie scelte, 2002-2004 (2004).

mercoledì 7 aprile 2010

Atti impuri 1



È arrivato il periodico Atti impuri n°1

in libreria a partire da maggio

ma disponibile già da ora per abbonati e pionieri

martedì 6 aprile 2010

Tullio Pironti

Iniziò l'attività editoriale nel 1972 con il libro-reportage La lunga notte dei Fedayn scritto dal giornalista Domenico Carratelli all'indomani della strage di atleti israeliani da parte di sequestratori palestinesi durante le Olimpiadi a Monaco di Baviera.

I suoi avi iniziarono l'attività libraria dopo la persecuzione subìta nel regno borbonico da Michele Pironti, magistrato, imprigionato insieme a Luigi Settembrini, Carlo Poerio e altri patrioti, che fu poi ministro della Giustizia dopo l'Unità d'Italia.

Tullio Pironti ha proseguito l'attività del padre e del nonno; da editore ha fatto conoscere in Italia autori stranieri divenuti poi famosi come Don DeLillo, Bret Easton Ellis, Raymond Carver, il Premio Nobel egiziano Nagib Mahfuz. Particolare eco riscuotono tuttora i libri-reportage di David Yallop, John Cornwell, Philipp Willan, Leopold Ledl, Richard Hammer, sulle clamorose vicende finanziarie del Vaticano e sulla morte di Papa Luciani.

Fra gli autori italiani l'editore Pironti annovera Giuseppe Marrazzo, dal cui libro Il camorrista sul bandito Raffaele Cutolo (e relative complicità) venne tratto un film di successo; e, più di recente, Fernanda Pivano con Dopo Hemingway, serie di saggi sulla letteratura nordamericana degli anni ruggenti per l'impegno pacifista e libertario, accompagnata dalla biografia - anche per immagini - della famosa scrittrice e traduttrice.

Nuovo successo editoriale è il romanzo di Rita Bellacosa Le inutili apparenze da cui è tratto l'omonimo film ora in produzione.[1]

Il giornalista Carratelli ha curato l'autobiografia di Tullio Pironti, Libri e cazzotti nella quale egli narra il percorso da scugnizz

lunedì 5 aprile 2010

Stats Monkey

Critica letteraria: sembra facile! Da sempre ci si interroga sulla funzione della critica e, soprattutto, sulla qualità, cosa faccia di un critico un buon critico, come il critico si debba porre di fronte ad un testo e così via, e se, in questo tempo di automazione, accadesse di poter sfornare articoli precotti con un data base?

domenica 4 aprile 2010

Processo a Kafka

Poche parole per spiegare la nascita di questo libro. Nasce da una discussione fra Daniela Toschi e me sul personaggio Kafka, del quale Daniela, per esercizio letterario, aveva tracciato una perizia psichiatrica. Ci venne in mente di scriverci un testo simulando un vero processo in cui ognuna di noi avrebbe assunto il ruolo che effettivamente ricopre nella società, cioè lei la psichiatra ed io il giudice. Nell'impostare il processo il giudice ha poi messo l'accento sui valori cui tiene di piú, la libertà di pensiero e la libertà individuale, l'etica e la creatività. Durante la stesura della perizia si è aggiunta una voce nuova, quella di Bianca, germanista. La sua voce si è unita cosí alle nostre amalgamandosi a tal punto che è divenuta difficilmente separabile dal testo, pur nella sua tipicità. Lirica Bianca, piena di poesia e profondo sentire; asciutta, essenziale la giudice Levi; tormentata e profonda Daniela. Di Daniela Toschi devo segnalare la straordinaria capacità di dare voce a fatti, sensazioni, sentimenti di difficile definizione: la descrizione di come agisce il potere, la capacità di vedere oltre delle persone geniali. Con una prosa complessa riesce a descrivere il dato non sensibile. Qui sta l'enorme difficoltà di questo testo: rendere concetti estremamente complessi in un linguaggio assai accessibile, che ne permetta a tutti la lettura. Credo che ci siamo riuscite, per quanto possibile. Ove non ne abbiamo avuto la possibilità, i lettori ci scuseranno (dalla prefazione di Jacqueline Monica Magi).
Jacqueline Monica Magi, Daniela Toschi, Bianca Stefania Fedi, Processo a Kafka. E’ tutta colpa di Napoleone, Marco del Bucchia 2010

venerdì 2 aprile 2010

Bambino Gesù

Daniele Mencarelli (Roma, 1974) vive ad Ariccia e ha lavorato come operaio all’ospedale pediatrico Bambino Gesú di Roma. Ha pubblicato le raccolte di poesia I giorni condivisi (La Nuova Agape, 2001) e Guardia alta (La vita felice, 2005). Le sue poesie sono state pubblicate in varie antologie.

giovedì 1 aprile 2010

L'ultimo tram

In questa nuova raccolta poetica affiorano due tipi di suggestioni. Tutte e due giocose e leggere. Quella italiana dei Vito Riviello, Toti Scialoja, Gianni Rodari, Totò. E quella americana dei Carl Sandburg, Frank O'Hara, E. E. Cummings. Più un'estetica visionaria e comica che è delle strisce dei Peanuts o di certi cartoni animati della Warner Bros che son stati assai importanti nella mia formazione poetica. Trovo illeggibile gran parte della poesia contemporanea, noiosa e sussiegosa. Se la poesia è questa solita, prevedibile accademia, insomma, l'implacabile poesia dei professori, beh, posso tranquillamente dichiarare che io la poesia la odio. Che il genere è degenerato. Che per restituirle un po' di vitalità, occorre sporcarla col linguaggio quotidiano, contaminarla con quello che ogni giorno vediamo, ascoltiamo, diciamo. Che serve sempre più invenzione, gioco, feroce autoironia.

Giancarlo Tramutoli, L' ultimo tram, Manni