lunedì 28 marzo 2011

Cristina Campo

Vittoria Guerrini, in arte Cristina Campo (Bologna 1923, Roma 1977), ormai riconosciuta come una delle voci poetiche più alte del novecento, è stata straordinaria ed originale interprete della più profonda spiritualità insita nella letteratura europea.

Appassionata studiosa di Hofmannsthal, rivisitò il mondo misterioso delle fiabe svelandone le trascendenti simbologie. Fu traduttrice e critica di originale metodologia, enucleando dalle opere letterarie l’idea del destino e il dominio della legge di necessità sulle vicende umane che l’arte esprime in una aurea di bellezza. Appartenne al ristretto nucleo di intellettuali che avviarono l’introduzione di Simone Weil in Italia.

Negli anni cinquanta maturò la sua prima formazione nella Firenze dei grandi poeti del tempo ove conobbe Gianfranco Draghi che la indusse a pubblicare i suoi primi saggi su “ La Posta Letteraria del Corriere dell’Adda e del Ticino”.Dal ’56 si trasferì per sempre a Roma.

Studiosa di spessore leopardiano, stabilì intensi sodalizi umani e spirituali e innumerevoli frequentazioni di grandissimo rilievo, basti menzionare: Luzi, Traverso, Turoldo, Bigongiari, Merini, Bemporad, Bazlen, Dalmati, Pound, Montale, Williams, Pieracci Harwell, Malaparte, Silone, Monicelli e Scheiwiller. Tra i filosofi ricordiamo Elémire Zolla, Andrea Emo, Lanzo del Vasto, Maria Zambrano, Danilo Dolci che sostenne nei momenti difficili, ed Ernst Bernhard che le fece conoscere il pensiero di

Jung, di cui era stato allievo. Fu consulente editoriale, scrisse su importantissime riviste e studiò l’esicasmo, la mistica occidentale ed orientale, i grandi classici e i poeti di ogni tempo. La sua “metafisica della bellezza” la indusse a una controversa e profonda riflessione sulla liturgia, ritenendo la sacralità dei riti e la comprensione del valore della trascendenza efficaci difese dalla minaccia della despiritualizzazione del mondo incombente sulla modernità che secondo la Campo, in una certa misura, è disattenta alla bellezza ed esposta alla vanificazione delle intenzioni. L’architettura culturale e spirituale dell’universo campiano si desume anche dai tanti e ricchi epistolari. In particolare dalle “Lettere a Mita” (la scrittrice Margherita Pieracci Harwell), uno degli epistolari più affabulanti di tutta la letteratura italiana, è infatti possibile ricostruire la storia di un’anima che palpita per l’incanto e la tragedia della vita. Vita che per la Campo è teatro della sfida al destino condotta dalla poesia e dal sacro

venerdì 25 marzo 2011

Bacchiglione blues

Sembra di essere nella Louisiana occidentale, tra fischi di pallottole e uomini senza coscienza. Siamo invece in Italia e questo non è un film. Lungo il corso selvaggio di un fiume in piena, in mezzo a campi di barbabietole, vecchi sfasciacarrozze e cascine abbandonate, tre balordi sequestrano la giovane moglie di un industriale dello zucchero. L'uomo decide allora di risolvere a suo modo la questione, assolda una seconda squadra di banditi e presto la situazione precipita in una serie inarrestabile di colpi di scena. Questa è la profonda provincia rurale del nord-est, dove si annidano personaggi tanto grotteschi quanto verosimili, criminali sprovveduti, bifolchi fuori controllo e proprio per questo capaci di tutto.
Matteo Righetto, Bacchiglione blues, Perdisa Pop

lunedì 21 marzo 2011

Giuseppina Luongo Bartolini

Giuseppina Luongo Bartolini (Altavilla Irpina 1926), poetessa, scrittrice, saggista e drammaturgo, vive a Benevento. Ha pubblicato numerose opere poetiche: Dilemma (1981), L'esca del lucro (1986), Paglia dell'oro (1989), Meraviglia del dove (1994), Bagno della Regina Giovanna (1994), Emblemata (1995), Village/Icóna (1998), Via Crucis per Teresa Manganiello (2000), The Heft of the Wings and Other Poems (2001, New York, prefazione di Luigi Torraca, traduzione con testo a fronte a cura di Emanuel Di Pasquale), Detriti - haiku e altre terzine (2002), Itinerari (2002), Kliskee-Clichè (2002, con testo a fronte in lingua tedesca, presentato ad Hamburg presso la "Casa della Letteratura" dalla poetessa Anny Drescher), Circostances (2004), Album. Poesie dell’amore (2005), La polvere dei calzari (2005), Terra di passo (2006); di saggistica e prosa: Note di didattica per la scuola media (1969), Guida di Benevento e della sua provincia (1981), Questione donna (1986), Strade in città (1991, racconti), Da Via Giudecca al Serralium alla Shoah. Ebrei in Benevento, sec. XII-XVI (2000), ha curato il volume Miscellanea Sannio (2001) Santi di Benevento (2002), Guida di Benevento e della sua provincia (2006, prima ed. 1980); di teatro: Nicolò Franco beneventano (1996, presentato nella Rassegna Città Spettacolo del 1997 diretta da Maurizio Costanzo, nella sezione "Molliche" diretta da Giordano Montecchi), di ricostruzione storica: Salvatore Sabariani (1805-1854) - una vicenda beneventana (1998), Nostra Signora dei Gelsi. La vocazione di Teresa Manganiello (2002). Ha ricevuto numerosi primi premi, i principali: 1983, "Premio di Cultura della Presidenza del Consiglio"; 1987, "Calliope"; 1988, "Rapisardi", "Il Portone"; 1995, "Il Portone", "Castello Doria"; 1997, "Maria Cusani Quasimodo"; 2000, "Aeclanum" per la poesia religiosa inedita; 2001, "Telese Terme Poesia" dove le è stato assegnato il premio speciale delle Edizioni Realtà Sannita di Benevento; 2002, "Sìlarus"; 2006, "L'Ortica". Critico letterario di riviste culturali (Sìlarus e Punto di Vista)conferenziere, collabora a vari periodici in Italia e all’estero. Giovanissima ha collaborato o partecipato alla fondazione delle riviste: “La Selva” diretto da M. Rotili (1948); il “Trillo” (1945); il “Secolo Nuovo” di F. Romano (1950); del “Circolo del cinema” diretto da Luigi Campese e del “Gruppo Selvaggio” di Angela Rosa. Ha curato negli anni '80 la rubrica "Primo Piano" per la tv Canale 28 di G. Donatiello. Promotrice di attività culturali, già presidente provinciale dell'Uciim (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), presidente fondatrice del "Soroptimist Club" di Benevento, è presidente del "Centro di Cultura Internazionale" (Cicas). È tra i fondatori del "Gruppo Franco" per la diffusione multimediale della poesia. Redattrice capo de "L'Arco" dal 1967 al 1981, critico letterario de "Sìlarus", ha collaborato attivamente con il periodico "Punto di Vista" e collabora col sito "Literary". Sue poesie sono state pubblicate in diverse riviste: "Gradiva", "Clandestino", "Origini", "Calamo", "Astolfo", "Punto di Vista" e "Largo Campo". Suoi testi sono inseriti in diverse antologie edite dalla casa editrice "L'Arco"; nel volume "Poesia donna-mixer", "Ischia" (1994, a cura di Giacomo Migliore), "La conservazione dell'oggetto poetico" (1996, a cura di Domenico Cara), "Il filo di Arianna" (1997). Alcune sue liriche sono state musicate: Il lago dal maestro Cosimo Minicozzi; Agorà dal maestro Antonio Itro. Ha realizzato molti progetti culturali, la più recente Beneventopoesia (2003 e 2006) attraverso la quale ha portato a Benevento prestigiosi nomi del mondo letterario italiano: Luigi Fontanella, Giuseppe Panella, Plinio Perilli, Paolo Ruffilli, Davide Rondoni.

venerdì 18 marzo 2011

Cielo nero

Autunno 1943: Galeazzo Ciano è nel carcere degli Scalzi di Verona, in attesa del processo. Non gli resta più nemmeno una briciola dell’immenso potere che ha avuto, tutti gli amici gli hanno girato le spalle, lui stesso non può e non vuole più niente. Il suo amore-odio nei confronti del suocero, l’artefice della sua folgorante carriera, il Duce, volge sempre di più all’astio viscerale.

Ma nei momenti buoni resta il mattatore che è sempre stato, sbruffone e vanesio, acuto e faceto.

Felicitas Beetz, la giovanissima interprete-spia che i nazisti gli hanno affiancato, non può che innamorarsi di lui. Finge di svolgere i compiti che le sono stati assegnati, e tenta tutte le strade per salvare quest’uomo adulto che la respinge e la affascina. Rischia ogni giorno la morte.

Anche la moglie Edda fa di tutto per salvare quel suo marito così diverso e così lontano da lei: si muove vorticosamente tra il carcere, dove non è più ammessa, la residenza del padre sul lago di Garda e gli incontri con la giovane che ha accesso a Galeazzo e agli alti funzionari nazisti.

Mano a mano che il tempo passa il clima si fa più fosco, e le speranze di salvezza si assottigliano. Con l’approssimarsi dell’esecuzione Ciano, che dalla vita ha avuto tutto, rivela una profondità e una saggezza che non ha mai praticato. Un ritratto inedito e appassionato di uno dei personaggi più controversi della storia italiana.

Giacomo Sartori, Cielo nero, Gaffi ed.

domenica 13 marzo 2011

Seminario

Lunedì 14 marzo, alle ore 17,00, presso la Sala Ferri di Palazzo Strozzi (Firenze), si terrà il seminario del Centro Romantico del Gabinetto Vieusseux dal titolo “Crisi del mito del progresso e dialettica dell’avventura”, in riferimento al romanzo di Jules Verne Un dramma in Livonia (ed. Altrimedia, 2009), a cura e per la traduzione di Giuseppe Panella e Massimo Sestili.

Saranno presenti i curatori, e coordinerà Giovanni Agnoloni.

giovedì 10 marzo 2011

Viaggio sentimentale in Liguria

Viaggiatore in terre lontane, in questo libro Giuseppe Conte fissa il suo sguardo affettuoso ma critico sulla sua Liguria "ispida,celtica,verticale", mettendo da parte sia la tentazione di un approccio squisito sia la generalizzazione sociologica, e per capire la regione si affida agli occhi, alla storia, alle memorie.



Giuseppe Conte, Viaggio sentimentale in Liguria, Philobiblon

lunedì 7 marzo 2011

Requiem

l requiem è una messa secondo il rito liturgico della Chiesa cattolica eseguita e celebrata in memoria del defunto. Può essere anche utilizzata come servizio funebre, in particolare nel caso di funerali solenni, c'è anche l'uso di eseguirla come parte della liturgia nel giorno dei Defunti, che vengono commemorati il 2 novembre. Secondo la religione cattolica le messe offerte in memoria dei defunti che si trovano in Purgatorio possono abbreviare la loro permanenza di espiazione, a favore di un più celere passaggio al Paradiso.
Il requiem è anche una composizione musicale che utilizza gli inni propri dei riti cattolici (o altro cerimoniale religioso) con una trama musicale. Mentre i vari testi della messa, quali l'Introito o il Graduale cambiano di giorno in giorno secondo il calendario liturgico, nella messa esequiale questi testi sono sempre fissi. Si tratta di testi drammatici nella loro rappresentatività e, in quanto tali, hanno attirato l'attenzione e ispirato non pochi compositori.

venerdì 4 marzo 2011

Storia linguistica dell’Italia disunita

Un ritratto ironico e leggero della grammatica e del vocabolario della disunione italiana, a cominciare dalle aggressive formule usate da italiani contro altri italiani. Che non risparmiano neppure il nome del paese, apertamente deriso attraverso parole come "Italietta", "italioti", "italico", "italiesco" o locuzioni come "Italia alle vongole" e "all'italiana". Di questi e di tanti altri stereotipi negativi (da "terrone2 a "polentone", da "sudici" a "lumbard", da "beduino" nel senso di 'meridionale' a "baluba" nel senso di 'settentrionale') è ricostruita una storia divertente oltre che istruttiva. Il libro discute anche della faziosità attribuita a Dante; confronta i problemi linguistici della giovane Italia unita del 1861 con quelli di oggi, spiegando perché gli italiani non capiscono le parole dell'inno nazionale; descrive Roma come capitale "alla matriciana", anzi come "capoccia"; tratteggia le diverse immagini del paese che emergono dai neologismi di origine dialettale.

Pietro Trifone, Storia linguistica dell’Italia disunita, Bologna, Il Mulino, 2010