domenica 25 gennaio 2009

Ingrid

Chissà se nella giungla, dove è stata prigioniera per sei lunghissimi anni, qualcuno la chiamava per nome. Chissà se quel suono familiare non sia diventato in quel tempo un silenzio doloroso dentro il cuore. Il nome e, nel proprio nome ascoltato dentro il suono della voce di chi amiamo, l'immagine di noi stessi , la nostra identità. Forse, sembra dire Ingrid Betancourt, in quel silenzio lo ha sentito risuonare, nuovo, nel proprio cuore, forse è per questo che, afferma, è rinata, nonostante tutto.